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about me

sono                         AUGUSTO SALVINI

professione              AGENTE IMMOBILIARE 

vivo e lavoro a         LOANO 

                                                                                    mi piace​​

​​​​​​​​film          QUIEN SABE

attori            N. MANFREDI, C. CHAPLIN

musiche       ENNIO MORRICONE

libri               DON CAMILLO, PAPALAGI, FACT FULNESS, tutti i libri di David Gemmel

giochi           CANASTA, RISIKO, SCACCHI​

sport             PING PONG, VOLLEY (teoria), camminate in montagna, 

video giochi   SIM CITY, ROME TOTAL WAR.

turismo         TREMITI

ed inoltre ... mi piace scrivere per cui a seguire: "la Signora Clelia" (omaggio a Guareschi), Un pezzo sul volley giovanile, Dialogo immaginario tra me e Dio (omaggio a Papa Francesco), La descrizione un po' scherzosa di mio Nipote Luca    

La Signora C.

Questa storia è fatta di nulla: nessuna persona nessun posto e nessun evento speciale (tralasciando il fatto che in realtà in un modo o nell'altro siamo tutti speciali); con tutte le cose più strane e incredibili che accadono per davvero  e sono così strane ed incredibili da parer finte perchè avrei dotuto inventarne un altra ancora?  Questa storia racconta solo un effimero momento di simpatia, successo tempo fa; chissà perchè, ogni tanto mi  è tornato in mente, quando meno me lo aspettavo, e a furia di tornarmi in mente mi ha fatto capire che voleva esser messo giù blu su bianco ( sì, blu su bianco: ho provato a scrivere in nero ma non c'era verso di andare avanti! ); una storia fatta di cose che succedono viene scritta perchè gli altri la leggano e conoscano quei fatti; una storia come questa, fatta di nulla, vuole invece essere scritta perchè chi ce la ha in testa - confusa, senza ne capo ne coda, tanto che sembra che non significhi granchè - scrivendola comincia a mettere l'inizio all'inizio, la fine alla fine, e tutto quel che ci sta in mezzo  al posto giusto ed in buon ordine - magari, se è una storia vanitosa, abbellendola un po' - fatto sta che quando è riuscita a farsi scrivere la storia ha tirato fuori un bel po' di sentimento. Allora è pronta non per esser letta, ma raccontata una sera attorno al fuoco: i fatti buoni per le storie quasi sempre accadono agli altri, mentre i sentimenti son lì li abbiamo e ci toccano tutti, veri, facili da condividere nei momenti giusti : la differenza è un po' come cantar da soli o fare un bel coro. E così eccomi a raccontare "Una sera arrivai in anticipo ad attendere la chiusura del negozio (bottega equo-solidale) in cui mia moglie fa volontariato una volta la settimana; mi misi buono buono ad aspettare sulla panchina subito fuori; ho usato la parola negozio ma in realtà il locale stesso dà l'idea del volontariato essendo un ex-non so che cosa (lo sapevano gli antichi che costruirono quel che noi oggi chiamiamo centro storico) in una traversa insignificante dei "carugetti orbi"  (prendono questo nome per esser tanto stretti da non permettere al sole di penetrarli); in compenso uno dei pochi luoghi in cui in una città turistica sul mare nel pieno dell'estate si possa stare freschi e tranquilli. Forse è proprio per questo che a fianco a me si trovava l'anziana - ed evidentemente saggia - proprietaria (probabilmente da generazioni) dei muri del negozio (e non solo di quelli): una vera vecchina ligure. Una di quelle che diresti "che bella vecchina" per poi rifletterci ed accorgerti che di bello - esteticamente inteso - non ha poi molto e persino le due parole, messe l'una accanto all'altra non van proprio daccordo; solo dopo averci pensato a lungo scopri che non ti sei sbagliato e l'idea di bellezza è riferita alla persona e non solo all'aspetto. Per capire cos'anno di particolare le vecchine liguri prima di tutto bisogna dire che sono tali, non per i 10 o magari 15 anni in più o in meno  che potreste desumere dal  documento di identià (che oltre tutto  non riporta mai riporta il nome con il quale tutti le chiamano); no, l'età non conta e poi non  la indovinereste mai . Conta che accettano di esserlo, senza trucchi (cosmetici, abbigliamento, atteggiamenti), e senza tristezza, anzi con la ricchezza dell'esperienza, di un senso del tempo che passa senza correre,  e della stessa  pazienza che ha consentito ai progenitori di trasformare l'entroterra a terrazze, attente e consapevoli di ciò che accade attorno a loro, e ben decise a decidere fino all'ultimo respiro tutto ciò che le riguarda. Spesso le trovi nello stesso posto del giorno prima e del giorno prima ancora, in un presente infinito, come facessero parte del paesaggio, e invece  sentinelle di cose che noi non cogliamo, cose che apparentemente cambiano e poi tornano come prima. E i nipotini credono più a loro che alla televisione, persino quando si sentono dire cose tipo "non fare i capricci per così poco, perchè se passa l'Angelo e Ti vede finisce che ti fà rimaner col broncio per sempre" e nonna e nipotino cominciano a guardarsi attorno per vedere se c'è qualche Angelo in giro.  Non che mentre stavo lì buono buono ad aspettare pensassi tutte queste cose sulla mia vicina di panchina, stavano lì nell'aria, quelle sì, non come l'Angelo, vigile dei capricci, e visto che non son vecchino e neppure ligure, mi facevano solo sembrare l'attesa ancor più lunga e noiosa. Girando oziosamente lo sguardo alla ricerca di qualcosa di interessante per distrarmi un po'  vidi nel tombino ai piedi della panchina una luccicante monetina e, giusto per cortesia, nonchè a corto di argomenti  più avvincenti, feci parte della mia scoperta la simpatica signora  la quale, debbo dire, ricambiò con dignitoso entusiasmo, mostrandosi fin da subito molto interessata. Così sospingendoci l'un l'altro in tale intendimento col procedere della conversazione, decidemmo di tentare il recupero del tesoro. Visto lo scarso valore del bottino sarebbe stato poco sportivo utilizzare mezzi sproporzionati al rilultato, e fu un vero colpo di fortuna avere a disposizione una bottiglia di plastica vuota. Cosa non si può fare quando si ha tempo da perdere e un obiettivo da raggiungere, così tanto per dire "ce l'ho fatta!" Tagliai la bottiglia in verticale lasciando parte del fondo, in modo che si potesse infilare tra una sbarra e l'altra  pur rimanendo ad  "L", come un cucchiaio piegato a 90°, onde raccogliere la monetina col lato più corto, parallelo al terreno. Intanto la signora (ah già non vi ho detto il nome..) intanto la signora Clelia contribuiva con discreti suggerimenti, velate critiche, pertecipi incoraggiamenti. Nulla da fare. E qui sta il bello. Se l'avessimo presa subito che sarebbe mai stato? Cominciammo a tenerci davvero, tanto che per non farlo vedere ci divevamo l'un l'altro "va be' tanto è solo una monetina"  o attribuendo i ripetuti insuccessi alla, seppur volontaria, inadeguatezza dell'attrezzatura. Ma ecco d'improvviso il flash! Con un altra striscia di bottiglia usata per sospingere un poco la monetina verso il "cucchiaio" il gioco era fatto: 2 o 3 (cento) tentativi e la monetina era nelle mie mani. La passai alla signora Clelia che, presa dall'entusiasmo, ignorò, come me prima di Lei, qualsiasi parametro igienico, e se la rimirò ben bene da tutte la parti, passandola anche di mano in mano e pure diverse altezze per cogliere meglio la luce. Finito l'approfondito esame non potè far altro che riconoscere che era una monetina tale e quale a tutte le altre monetine di questo mondo, e dovette ben ridarmela; al che io, non so neanche perchè, abbassai pian piano le mani verso terra e la lasciai cadere delicatamente dov'era prima. Lei, inizialmente sbigottita dal folle gesto, ci pensò un po' su (i vecchini sono tutti così, ci debbono pensare un po' su) e poi scoppiò in una magnifica risata che mi rese inaspettatamente felice. Non solo: quando arrivò la figlia  volle raccontarle tutto per filo e per segno e lo fece così bene che fece divertire lei e me, che neppure mi ero reso conto di aver compiuto un gesto degno di tale attenzione!." Non so perchè questa storia mi sia tornata in mente tante volte ed abbia voluto farsi scrivere: quando gettai la monetina nel tombino pensai di averlo fatto perchè , ormai  l'avevo presa , e quindi non avrei più saputo che farne. In realtà alle volte non sappiamo di sapere, e quello che non sappiamo di sapere mette in moto una parte di cervello che non comandiamo e questa parte di cervello che non comandiamo ci fa fare esattamente la cosa migliore che si potrebbe fare in quel momento. Lo spettacolo era finito, ed era stato fatto appositamente per Lei, e Lei, scoprendolo, ne fu contenta.  Magari in quel momento passò il famoso Angelo; non fece cose stupide tipo fissare per sempre la stessa espressione (pur allegra e simpatica) sul viso della Sig.ra Clelia, ma fissò quel momento di simpatia nella mia mente perchè un giorno potessi dividerlo con voi. E poi diciamolo: in giro per il mondo monetine ce ne sono a non finire e infatti sono poco considerate, se una monetina vuole farsi notare in fondo ad un tombino non è forse il posto migliore ?

Augusto Salvini
La testimonianza di un genitore

"Se i voti a scuola saranno un po' meno  buoni pazienza: se è ciò che vuoi, la pallavolo verrà prima della scuola ".

C'è un papà che lo direbbe? E in quale occasione?

A me, genitore, è successo, non oso dire se sia un bene o un male; so che il ricordo di quel periodo mi dà ancora energia e non ho il minimo dubbio che abbia contribuito positivamente alla formazione del carattere e della personalità di mia figlia.

Non credo sia determinante conoscere l'obiettivo di quella stagione, in quanto non lo ritengo da valutare in termini assoluti, bensì personali (ognuno ha il proprio limite da superare ed il farlo è di per sé una vittoria) e sopratutto è importante cosa si è appreso nella lotta per il successo (malattia quando è un fine, medicina se è un mezzo per migliorarsi sotto tutti i punti di vista).

La stagione agonistica - gli allenamenti, le partite, lo stile di vita di uno sportivo (ad es. rapporto con gli altri, alimentazione, gestione del tempo in considerazione di tutti gli altri impegni) - è una vera esperienza di vita seppur "protetta".

Dico "protetta" perché allenatori e dirigenti sono persone da cui c'è solo da imparare, le cose da fare sono quelle (battuta ricezione palleggio attacco), orari chiari e regole di gioco neanche troppo complicate. La parte difficile è cosa siamo disposti a ricevere e cosa a dare:

-) se alla fine della stagione gioco come all'inizio forse non sono disposto ad ascoltare osservare ed imparare

-) se sono il più bravo di tutti, e non ho contribuito a migliorare il gioco di squadra, tanto valeva dedicarmi a sport per singoli

-) se non ho mai applaudito un giocatore della squadra avversaria forse ho un problema nei confronti del resto del mondo 

-) se non ho capito quando un compagno aveva bisogno di un incoraggiamento e quando invece di un grosso "SVEGLIAAAA!!!!!!" forse mi sentivo troppo bravo o avevo troppa paura di sbagliare per guardarmi attorno.

Al contrario, i miglioramenti mi rendono consapevole che potrò, impegnandomi, raggiungere ciò che mi prefiggo, sviluppando il gioco di squadra imparerò che gli altri sono una risorsa (il risultato di gruppo è molto più della somma dei singoli contributi), riconoscendo i meriti altrui sarà ancora più bello confrontarsi apprendere crescere, prestando attenzione al momento di ogni singolo compagno ho l'occasione di aiutarlo, accettare il Suo aiuto, rendere fertile il terreno per amicizie che dureranno anche fuori del campo.

Mi scuso per la ripetizione, ma ribadisco la "realtà" del mettersi in gioco e scendere in campo; diversa è la conoscenza "intellettuale" (Ti racconto come ci si sente a prendere una martellata sul dito) diversa è la conoscenza "esperienziale" (Ti dò DAVVERO una martellata sul dito).

"sono su un campo... pantaloncini e maglietta... tutto il pubblico mi guarda... i compagni  confidano - forse troppo - in ciò che so fare... l'allenatore mi indica un ultima volta la posizione, provata e riprovata in allenamento (anche lui avrà paura?)... dall'altra pare è proprio il turno della più brava in battuta...  mirerà proprio su di me, me lo sento... è il match-ball ... della partita che vale il campionato!!!"

Decidete Voi come finirà la partita (e chi ha pensato quelle cose, noi o l'avversario?). Sappiamo già che non sempre finirà come vorremmo. Qualsiasi giocatore ha avuto modo di sperimentare la sconfitta. Tutti i giovani della pallavolo hanno la possibilità di maturare nel proprio bagaglio culturale il principio che "sconfitto non è chi cade ma chi non si rialza" e tutti noi adulti sappiamo quante volte avranno necessità di rialzarsi nella vita vera. Non so se quell’atleta che, dopo aver tirato fuori il meglio, pur battuto, si sta rialzando già con la mente alle prossime sfide, lo faccia per sé, per la squadra, per un amico che se potesse sarebbe lì con lui o per chissà che altro: so che rialzandosi dimostra che ciascuno (compresi noi sugli spalti) ha le stesse possibilità di scoprire risorse e motivi per fare altrettanto.    

Il papà di Frae ​
Dialogo immaginario fra me e Dio
(omaggio a Papa Francesco)

Augusto...

Augusto...

Augusto...

Augusto...

Augusto...

Augusto...

Augusto...

Augusto ! ! !

 

.... .... ... Eccomi ... ... ...

 

Meno male che Ti sei svegliato ! Altrimenti non avresti mai potuto raccontare la Mia chiamata: la gamma di dimensioni dei caratteri non sarebbe stata sufficiente.

A proposito come hai fatto a riconoscerMi ?

 

Se non lo sai Tu che sei onniscente.... io posso dirti la mia opinione... ...  nel mio stato di essere imperfetto - quindi limitato - ho rinunciato da un pezzo ad avere delle certezze

 

Dimmi pure la tua opinione, a Me che sono eterno il tempo non manca; attenzione però che l'assenza di certezze è peccato: non dovresti credere in Me?

 

Mi piace pensare che ininterrottamente, da quando fui concepito, vi sia un rapporto costante ed ininterrotto,

semplicemente per volontà Tua (e forse per disponibilità mia) in questa occasione la comunicazione si è spostata su un piano razionalmente intelleggibile. 

Preciso che l'assenza di certezze è relativa a ciò che io posso arrivare a comprendere, non al credere che la vita abbia un senso o che se esistiamo siamo stati creati (preferisco "desiderati" - in senso Divino per lo meno).

Piuttosto, immagino ci sia un motivo per cui mi hai svegliato.

 

Vorrei che costruissi un arca

 

Un arca    ? ? ? ? ?

Io    ? ? ? ? ?

 

Ops, scusa... ... la forza dell'abitudine. Vorrei che scrivessi un Vangelo.

 

Sicuro che non sia un altro lapsus ? non Ti bastano quelli di Matteo, Marco, Luca, Giovanni e magari qualche apocrifo che potresti far rivalutare se non addirittura uno inedito che potresti far ritrovare ?

 

Ci ho pensato anche Io e ne preferisco uno nuovo di zecca: il mondo è cambiato, la comunicazione è cambiata. gli uomini sono cambiati: e poi guarda come si è ridotto il mondo dopo 2000 anni in cui fate riferimento ai 4 vangeli

 

Scusa, sai benissimo che la Bibbia è il libro più venduto e meno letto,  e probabilmente ancor meno messo in pratica. Magari i Vangeli vanno bene così come sono... ... magari è solo che noi non ne facciamo nostro lo spirito e non li mettiamo in pratica.....

 

Certo che i Vangeli vanno benissimo così come sono, e sì, siete voi che non ne fate vostro lo spirito e non li mettere in pratica. Da parte mia non posso fare a meno di riconoscere che hanno 2000 anni. Il messaggio è valido, si tratta di rinnovarlo  in sintonia con i nuovi mezzi di comunicazione. Anche Tua moglie del resto, dopo tutti gli anni di matrimonio che vi ho concesso, vuol sempre sentirsi dire "Ti amo" e non è che bastino le parole: bisogna che Lei sappia che tu glielo dica col cuore e  che ciò che dici sia vero proprio in quel momento.

 

Ammesso e non concesso che io scriva il quinto Vangelo tra 2000 anni sarai punto daccapo

 

Tra 2000 anni il mondo .... ... ... non sono cose che Ti riguardano... ... ... e non ho neppure chiesto la Tua opinione: Ti ho chiamato per scrivere il quinto Vangelo: se vuoi scriverlo scrivilo, altrimenti basta che tu me lo dica (ricordi ... ciò che avete ridotto alla definizione di "libero arbitrio") 

 

Grazie per l'onore, perchè proprio io ?

 

Sei il solito presuntuoso, 70 volte 7 ne ho interpellati, voi poponete ed Io disporrò per il lavoro migliore (homo proponit, sed Deus disponit)

 

Anche 1 su 490 è un immenso onore, considerato che al mondo siamo qualche miliardino

 

Oltre che presuntuoso sei anche ignorante: tanti di voi si ostinano  a leggere le Sacre Scritture letteralmente e a farMi dire cose che non ho detto. Forse per questo (per come le trasmettete) non hanno ottenuto l'effetto per cui erano state scritte. Se avessi un minimo di elasticità capiresti che la "chiamata" è per ogni uomo di buona volontà. Nel tuo caso so che ti diverti a scrivere ed ho pensato che avresti potuto mettere a frutto il talento che ti ho dato. Debbo ripetere ? Se vuoi dare il tuo contributo bene,  altrimenti torna pure a dormire

 

Mai sentito parlare di brainstorming ?

 

Mai sentito parlare di Torre di Babele ? Fai ciò che Ti dico o dimmi chiaro e tondo che non lo vuoi fare. Poi ci penso Io.

 

Lo sai che sono lento. Persino quando mia moglie mi chiede di aiutarla in qualcosa ci penso su almeno una settimana per farlo nel modo migliore; in compenso quando alla fine lo faccio e Lei mi dice "Pero' !!! Non avrei mai pensato si potesse fare in questo modo"

 

Cerca di non mangiare tonno, così sei sicuro che non ti accusino di cannibalismo ! Se ho aspettato 2000 anni potrò ben aspettare una settimana.o un mese o tutto il tempo che ti ci vuole per scrivere questo benedetto quinto Vangelo e non farmi perdere la pazienza altrimenti ricomincio a pensare all'arca e al diluvio universale

 

Hai tenuto conto che la comunicazione non verbale racchiude il 93% del messaggio (http://it.wikipedia.org/wiki/Comunicazione_non_verbale) .  Tenendo anche conto di quanti neppure avrebbero occasione di leggere il mio componimento

 

Verba volant et scripta manent, secondo Te perchè avrei scritto sulle tavole le parole del patto, i dieci comandamenti ?

 

A proposito. Ho sempre avuto il dubbio che fossero davvero opera Tua, 10 regolucce così ovvie le potevo scrive anch'io (avrei magari lasciando anche un po' più di discrezionalità su alcuni punti). Il comandamento che riconosco come Tuo è "Amerai il prossimo Tuo come Te stesso". Che poi a ben vedere non è neppure un comandamento: anche mettendocela tutta non è possibile "AMARE" perchè qualcuno te lo ordina.... addirittura neppure se Qualcuno te lo ordina. Può solo essere il risultato di un percorso di maturazione che magari richiede tutta una vita ammesso che basti quella. Personalmente sono già così felice, e mi pare di intuire anche solo una briciola di ciò che intendi, quando vedo bimbi e giovani che cominciano ad affrontare la vita ed in tutta sincerità auguro loro tutto il bene possibile. Invece appena appena sopporto a fatica il resto del mondo, con poche eccezioni, me stesso compreso.

 

Bello vero? Però se fai una costruzione non puoi mica cominciare dal tetto, dovresti ben saperlo visto che da piccolo sei rimasto prigioniero nello scavo di un plinto finché non sono venuti a tirarti fuori.

 

Vuoi forse dire che hai bisogno di ciascuno di noi per la Tua Costruzione

 

Piuttosto sei tu che riconoscendo la bellezza della creazione puoi dare il tuo contributo e realizzarti pienamente oppure smarrirti in futilità se non addirittura nel peccato (mi sembra che nella tua epoca  ed alla tua longitudine e latitudine -stando anche larghi di parecchi gradi - ci sia più stupidità che cattiveria). Cosa mi dicevi a proposito della comunicazione non verbale ?  

 

Non trovi che il cinema muto facesse ridere più di quello parlato ? E che dici del fatto che nel bel mezzo di esilaranti scene comiche, tra una risata e l'altra, venisse spontaneo mettersi a piangere.

 

Semplice ed evidente: dopo alcune centinaia di migliaia di anni senza TV qualsiasi cosa trasmettessero faceva audience e sensazione

 

E oggi che siamo borbandati da messaggi di ogni tipo siamo quasi "vaccinati" da un ascolto attivo e foriero di consapevolezza,  rifiutiando qualsiasi input che comporti un minimo di coinvolgimento ed impegno

 

Semplice ed evidente: dopo pochi decenni di TV l'essere umano regredisce e qualsiasi cosa trasmettono viene preso con noia e sufficienza in attesa di un evento successivo ancor più sensazionale.

 

Non credo sia solo quello, penso invece che come tutti gli usigniuoli meccanici di tutti gli imperatori del mondo delle fiabe questi surrogati della vita reale durino il tempo necessario per renderci conto che non rendono la nostra vita migliore e non rispondono alle nostre vere aspirazioni. Tenendo sempre conto di eccezioni per cui ancora grazie ci sia la TV, programmi che contribuiscono alla maturazione delle persone ed al diffonondersi delle idee. Torniamo a "bomba" : la comunicazione non verbale (nel Tuo caso scritta)

 

Dai, prova a convincermi e ti risparmierai la fatica di scrivere il quinto Vangelo !

 

Ricordi una testimonianza più intensa dell'ultima volta in cui si affacciò Santo Karol e non riuscì ad articolare parola ? O altri episodi e persone in cui i gesti e gli sguardi furono più importanti delle parole ? Siamo tutti stufi di libri, belle parole, regole, sollecitazioni di ogni genere: ormai non ci smuove più nulla. Ci serve invece un esempio, che con infinita pazienza, abbia più fiducia nell'uomo di quanto l'uomo stesso non abbia in sé stesso, ci preceda ed accompagni nel cammino della vita invitandoci con amore a seguilo e mostrando la gioia della fede

In effetti è un alternativa che avevo valutato... tra poco c'è il conclave e mi stavo proprio chiedendo se fosse il caso di giocarmi un asso, un Argentino di ascendenza italiana....  Ci penserò e Ti farò sapere, ...  anzi... Ti basterà guardare la TV

Un Parrocchiano 

 

 

​Descrizione oggettiva (in blu) e soggettiva (in grigio - integrata con la descrizione di alcuni eventi che lo riguardano) di Simonetti Luca, redatta in ringraziamento del fatto che, dopo molti anni, mi ha finalmente detto cosa fa a scuola: temi con la descrizione oggettiva e soggettiva di eroi dei tempi moderni (come lo Zio Augu). Così ho immaginato Luca come tale.

 

Mio nipote (figlio di mia sorella), Simonetti Luca è un ragazzo bello e bravo; la sua fidanzata si chiama Alessia. Appena ho iniziato a scrivere è già sento le critiche: bello e bravo andrebbe scritto in grigo, perchè secondo alcuni del Lettori potrebbe essere solo la mia opinione. Allora eccovi una piccola dimostrazione:

-) "bello": ogni tanto Luca pubblica su facebook foto in tenuta da gara; l'espressione è orgogliosa, il portamento fiero ed atletico, il ciuffo è una sfida tanto alla forza di gravità (grazie a gel portentosi) quanto al resto del mondo (grazie al trasparire di una consapevole fiducia in sè stesso). Il considerevole numero di "mi piace" mi autorizza indiscutibilmente a scrivere in blu ".... è un ragazzo bello ..."

-) "bravo": Luca vive a Loano, studia a Finale, gioca a Savona e non ha poteri magici (da tener presente che se lo hanno chiamato nel Savona e fatto capitano il termine "gioca" non è inteso nel senso ludico del termine). Il fatto di avere scelto e mantenuto questi impegni per un intero anno dimostra al di là di ogni sospetto che "è un ragazzo ........ e bravo" In merito all'autostima calcistica ed al portamento fiero posso riferire di quando giocavamo, col postit del nome sulla fronte, ad indovinare che personaggio fossimo e Lui, con le domande di rito, aveva ormai stabilito di essere un calciatore: volli dargli un piccolo aiuto dicendogli "immagina di guardarti allo specchio, chi vedi?" e lui immediatamente indovinò (Cristiano Ronaldo)

E' anche forte, e questo debbo scriverlo in grigo, perchè la mia scala per verificare tale qualità non è oggettiva (ovvero non considera parametri obiettivamente riscontrabili tipo quanto peso solleva, quanti punti fa nel gioco del pugno o in quello in cui si stringono le corna del Toro): per vedere se un soggetto sia deboluzzo*** o meno, il mio metodo prevede esperimenti di digitopressione in punti sensibili. In tali frangenti è indubbia una certa componente psicologica perchè il trucco sta nel focalizzare l'idea su un male insopportabile causato dalla folle azione di dita micidiali su punti potenzialmente mortali, per cui il semplice tocco provoca urla inaudite (naturalmente nessun dolore - Battisti/Mogol 1978 - puro terrore): Luca ha ormai superato tutto questo sia per la sviluppata muscolatura sia per la capacità di misurarsi con la realtà. Nel suo caso è un risultato ancor più degno di nota in quanto, gli instillai seri dubbi sulla mia sanità mentale e pericolosità nei confronti dell'altrui incolumità quando era ancora infante, neppure dotato di facoltà dell'uso della parola: la mamma in visita uscì con lui in braccio; Luca era appoggiato sulla spalla e pertanto guardava nella direzione opposta a quella della mamma. Io ne approfittai per fare la faccia "spaventabimbi" ed infatti lui, essendo per l'appunto ancora bimbo, si spaventò (e per poco non precipitò dal materno abbraccio); la mamma disse "chè c'è Luca", girandosi verso di me (non per accusarmi - non poteva avermi visto - ma per capire se avevo notato il motivo dello spasmodico agitarsi del pargoletto) che mi esibii in una delle migliori recite di "ma che sarà mai stato" nella storia del teatro. Così ho potuto vivere di rendita per molti anni, Luca non poteva avere un ricordo coscente della mia possibile pazzia, e io potevo scatenare in lui il panico senza impegnarmi troppo.

Un'altra soglia che ha brillantemente superato è quella dell' "arrivo prima io, arrivo prima io" cantilenato e voce più acuta possibile - senza mai arrivare allo stridulo - con fare tra il provocante e il canzonatorio. La inventai per convincere i bimbi stanchi a percorrere ad andatura sostenuta e senza lamentarsi l'ultimo tratto di strada prima della destinazione finale, poi (man mano che i bimbi crescono) diventa una sfida. Per cui se sto tornando a casa in abito da lavoro con le scarpe belle e Luca o il fratello superandomi in auto o in moto mi cantano la fatidica canzoncina io mi sento moralmente impegnato nei loro confronti a rischiare l'infarto o a sputare un polmone per correre a perdifiato su perigliose scorciatoie ed arrivare prima (normalmente come traguardo contiamo il portone, se questo è aperto conta il piano di abitazione; l'inseguitore può vincere semplicemente toccando il fuggitivo). Ciò crea una errata convinzione che lo Zio sia imbattibile (solo perchè mette la gara col nipote prima della normale decenza di comportamento), ed in tutte le attività competitive garantisce un illecito consistente vantaggio.

Ora che Luca corre più veloce di me ho dovuto inventare un altra litania, nell'intento di sostituire la sfida fisica a quella intellettuale. Si cantilena un bisillabo (tipo " ao .. ao .. ao ") si lascia il tempo per indovinare il possibile proseguio della frase, ovviamente in rima, per concludere a ritmo di marcia "Vi saluto dicendo ciao". Tutto sta nell'iniziare la solfa PRIMA che al giovine venga in mente di intonare "arrivo prima io.... ecc. ecc."

Attualmente posso conservare  l'imbattibilità solamente nel ping-pong e anche questa immagino non durerà a lungo, tuttavia non c'è più alcun bisogno di sfida fisica, Luca è grande e abbiamo altri interessanti occasioni di confronto.

Credo di averVi fregato perchè con tutte queste chiacchiere nessuno si è accorto che ho scritto fidanzata in blu; infatti l'età di Luca (15 anni) non è un età in cui ci si possa definire "fidanzati" ed è solo la mia visione poetica degli amori adolescenziali a concedermi l'ardire di usare un così impegnativo termine. Sul fatto che si chiami proprio Alessia non sono disposto a discutere, mentre scrivo prudentemente in grigio che è una giovane bella e simpatica perchè ammetto di non poter essere obiettivo: la ho vista una sola volta quando Luca mi ha fatto una sorpresa presentandomela nel mio ufficio - con la scusa di dover fare una fotocopia - e mi sono un po' emozionato per questo onore che mi ha tributato. Immagino potrò confermare il tutto quando la avrò conosciuta meglio.

Un onore che invece ho tributato io a Luca è stata la mia ultima partita a pallone (dico pallone  e non calcio per via dei limiti tecnici connessi alla mia età e forma fisica). Luca espresse il desiderio di giocare insieme ed io che avevo ormai appeso le scarpe al chiodo (veramente uso i tasselli perchè ho paura che i chiodi prima o poi cedano) mentre Lui era ad un Camp all'estero, feci un paio di partite apposta per vedere cosa ancora fossi in grado di mettere insieme, per poi esprimere il meglio al Suo ritorno. Mi ricordo che Luca si divertì e me lo disse (andai subito a scriverlo rosso e sottolineato nella mia enciclopedia dei complimenti - sì, lo so, gli altri hanno solo "il libro dei complimenti" ma a me piace riportarli dettagliati, così da rivivere per tutti i momenti belli, inoltre ricevo molti più complimenti degli altri perchè sono più bravo) e da allora, anche per dare ancor più valore ai motivi che mi avevano spinto a partecipare, ovvero il piacere di giocare con mio nipote, non ho mai più giocato, neppure quando mi chiamano "perchè se non vieni Tu non riusciamo neppure a giocare".

 

Luca ha un fratello minore di nome Nicolò (come la fonte e la Chiesetta di Bardineto). Il fatto di essere fratelli maggiori a volte è un vantaggio e a volte no, personalmente penso che non potendo scegliere sia comunque preferibile non essere "soli", inteso non nel senso estremo, ma in un accrescente rapporto dentro e fuori la famiglia con altri della stessa età più grandi e più piccoli. In alcuni casi tuttavia mi è successo di sentirmi solidale con Luca nei suoi primi anni da fratello maggiore quando era necessario "gestire" il fratellino più piccolo naturalmente dotato di grande esuberanza.

 

Luca abita proprio sopra di me. Questo è un bel vantaggio perchè è più facile frequentarsi.

 

Luca è una persona concreta, lo si riscontra anche nella comunicazione. Quando gli chiedo "cosa hai imparato oggi a scuola?" il più delle volte mi risponde "mah .... niente" o se gli pongo domande semplicissime (questioni che preferisco sentire illustrate da bimbi e ragazzi anzichè da adulti per la loro logica che rende naturali le risposte) tipo "cosa gli dirai quando incontrerai per la prima volta un extraterrestre?" lui, dopo aver fissato il vuoto proprio come se fosse fatto di un nulla assoluto, risponde "non lo so", e per quanto io possa stimolarlo l'unica cosa che ottengo è di essere citato nell'ulteriore risposta: " Zio ....... NON LO SO !!!!! " ,chiudendo le spalle e allargando sconsolatamente le braccia; non mi sono mai spinto oltre perchè non vorrei sostituisse i puntini con termini offensivi eventualità per la quale soffriremmo entrambi. Questo naturalmente non vuole affatto dire che non lo sa (infatti tutti noi abbiamo fantasticato mille volte di incontrare per la prima volta un extraterrestre e sappiamo benissimo cosa gli diremmo) ma solo che non ritiene di friggere l'aria esponendosi su temi di nessun riscontro effettivo. Lo potete verificare anche del tono di voce quanto saluta: le parole dicono "ciao" o "buongiorno" il timbro è quello che normalmente viene usato per fare le condoglianze a seguito di una morte inaspettata di una persona nel fiore degli anni, corretto da una forte energia interiore che faticosamente (e chissà perchè) viene stentatamente tenuta a bada ottenendo un effetto tipo: "questa non è la mia partita, quando la sarà non ce ne sarà più per nessuno". Inizialmente ho provato a farglielo notare, trasformando la tromba delle scale (dicesi tromba proprio per le caratteristiche acustiche dell'ambiente) in una palestra di dizione, ovvero producendomi in una progressiva scaletta dal suo ciao al mio (per il quale sovente vengo sgridato da mia moglie che non gradisce che ogni volta che saluto qualcuno - occasionalmente sbagliando persona - tutte le persone attorno si voltino a guardarci , senza contare il pericolo di incidenti per i conducenti di biciclette che - essi pure - inevitabilmente si distraggono dalla guida), e solo dopo essere stato certo che lo facesse per scelta e non per semplice distrazione ho accettato il suo simil-rutto come un vero e proprio saluto. 

A proposito di saluto: un saluto è una cosa seria, per funzionare bisogna che davvero si abbiano le migliori intenzioni di augurare ogni bene possibile al salutato, altrimenti è una convenzione, uno sbatter di lingua. In particolar modo per bimbi e giovani, se non vi è un coinvolgimento fisico (forse per questo molti adulti non sanno salutare, perchè il fisico li ha abbandonati) quasi inutile salutarsi: per questo il "batti cinque ! ! !" . Luca mi aiuta spesso nel mio lavoro facendomi fare bella figura con i Clienti perchè quando ci incontriamo mi batte dei cinque cazzutissimi che fanno capire che io e Lui abbiamo ancora un energia esistenziale a livelli tali che se fossimo ad una qualsiasi cerimonia e passasse da lì un pallone saremmo i primi a corrergli dietro. In altri termini dai nostri cinque si vede che siamo ancora vivi, siamo contenti di vederci e ci auguriamo davvero ogni bene.

(relativamente a tale significato nei "batti cinque !!!" fanno eccezione le iniziazioni ovvero quando un soggetto batte il cinque le prime volte: specialmente se è piccolo piccolo si concentra sulla forza del colpo, non su ciò che desidera comunicare;

nei cinque più evoluti il maestro apre la mano ed attende, concentrandosi, mentre il discepolo sceglie angolazione, velocità di rotazione del braccio, inerzia o rimbalzo, intensità e mimica pre e post colpo - i più esperti associando l'azione al ritmo del respiro - riuscendo così ad esprimere un innumerevole gamma di sensazioni stati d'animo ed intenzioni) 

 

Una curiosità su mio nipote: è appassionato di culi.. (non cominciate a ridere, lasciatemi finire) ..è appassionato di culinaria. Ritrengo che tale passione sia stata scatenata da 3 fattori: quando va dalla nonna spesso vede programmi attinenti il tema, a casa dedicano poco tempo alla cucina quindi con un minimo di competenza (minimo quando ha iniziato a cimentarsi ora è molto apprezzato) sai di poter avere lo spazio che desideri per esprimerti, ed ultimo nella descrizione ma primo come importanza sta benissimo con la Zia Nico (la mia bellissima moglie) che, con amore, si dedica quotidianamente alla preparazione di squisiti manicaretti. Quando una persona mangia un pomodoro (la qualità della pianta di pomodoro è di trasformare il concime in pomodoro, mentre noi pur col massimo impegno riusciamo, tutt'al più a trasformare il pomodoro in concime) capisce subito se è un pomodoro al punto giusto di maturazione e di buona qualità oppure un prodotto scadente.... allo stesso modo l'attenzione e la cura nell'immaginare il pranzo, rinfrescare la memoria sulle ricette, scegliere gli ingredienti giusti e preparare il cibo con cura fa la differenza tra un pasto ed un pranzo, tra una mensa ed una tavolata, tra consumazione e convivialità. Credo che a Luca non sia interessata tanto la tecnica per la preparazione dei cibi quanto un ambiente sereno di collaborazione nel prepararli e l'alchimia per creare, a tavola, un clima di festa.

 

Luca ha un motorino stupendo: un super8 nero arancione e grigio. Non ne ho visto un altro uguale, eppure lo ha acquisito già con tali caratteristiche. Non avendo mai avuto problemi si può desumere che è un guidatore prudente. Poichè in famiglia il più esperto in sinistri connessi alla guida del ciclomotore è lo scrivente, così come un tempo feci per gli studenti delle medie, ho fornito anche a Luca alcuni esempi di possibili situazioni a rischio. Anche se nulla conta come l'esperienza diretta, debbo riconoscere che Luca saggiamente prese la cosa molto sul serio e mi impegnò particolarmente ascoltandomi con attenzione e spremendmi tutte le info che riuscii a rammentare.

 

Luca ha appena terminato la prima liceo scientifico che ha scelto per avere una maggiore libertà al momento di andare all'università. Quando lo vedo mi informo sui suoi studi, ma è più facile che sia Lui a rimanere incuriosito delle mie letture. Infatti ritiene che io legga molti libri e sappia molte cose. In realtà leggo molti libri e so molte cose, ma pochissime di queste potrebbero andar bene a scuola anzi credo sia quasi dannoso imparare ciò che non si usa affatto, in quanto si riempiono fasce di consapevolezza che andrebbero usate altrimenti (un po' come si dice ai bimbi al ristorante "non mangiarti tutti i grissini che quando arrivano le cose buone sei pieno). Alla base c'è il fatto che tutto ciò che dovremmo sapere per orientarci nella cruda realtà già è contenuto nelle favole che si raccontano ai bimbi (tipo "Cenerentola" "Re Mida", "Il vestito nuovo dell'Imperatore", "Il vicino rompiballe" e molte altre), storie che si ripetono tutti i giorni con piccole varianti che le celano ad uno sguardo poco attento. In altezza c'è la scala dei valori per cui ciò che per chiunque è il massimo della modernità va invece visto come l'errore attualmente reputato più efficente (ovvero un punto di partenza e non di arrivo) del quale potremmo comunque fare a meno senza sminuire la nostra umanità e la nostra possibilità di realizzazione personale. A tali considerazioni aggiungiamo il fatto di avere una certa memoria fotografica per ritrovare nei libri letti le frasi che più mi hanno colpito: Luca è una delle vittime che quando passa a trovarmi, ne subisce la lettura, spesso con ripetizione dei passi ritenuti più meritevoli di rimanere nella sua memoria. Non sono qui per difendere la bontà o meno della mia visione nè le dimensioni della mia cultura, ho scritto quanto sopra semplicemente per circostanziare la convinzione di Luca "lo Zio legge molti libri e sa molte cose".  Naturalmente preferirei che anzichè dire così potesse dire "ho letto questo e quel libro e imparato molte cose perchè incuriosito dal fatto che li legge lo Zio".... ma non c'è fretta, ora ha già tante cose da fare... 

 

So che ho divagato, è che per parlare soggettivamente di Luca mi sembrava doveroso raccontarvi come ci relazioniamo e quali sono i nostri punti di comunicazione e confronto. Tengo molto alla sua opinione e mi fa piacere quando troviamo un argomento che ci interessa entrambi

 

Una cosa che ammiro in mio nipote è la capacità di sopportare difficoltà, critiche e decisioni di autorità, forse perchè io proprio non ne sono capace. Non lo ho mai visto adirarsi o abbattersi per le disposizioni altrui, anche se non condivisibili o quantomeno non condivisibili appieno. Non si è mai sprecato a dire "non è giusto". E' sempre ripartito dal punto in cui era stato costretto dalle altrui decisioni o dagli eventi, senza sminuire la propria fiduciosa disponibilità ad operare per ciò che lo interessa. Sono pertanto convinto che possa avere una vita piena e felice ed a realizzare ciò che man mano che crescerà, riterrà più opportuno.

 

 

*** lo so anche io che in italiano si dice debole e non deboluzzo. Solo che se io a qualcuno dico "proviamo un po' se sei debole" a lui automaticamente viene in mente anche il concetto opposto e normalmente usato con connotazione positiva (forte), ed entra in gioco l'orgoglio che gli impone, tanto più se questo qualcuno è piccolo in età e muscolatura, di dimostrarsi quanto meno debole e quanto più forte possibile. Se invece io dico "proviamo un po' se sei deboluzzo" l'associazione al termine opposto non è affatto automatica, la ragione naturalmente ci arriva, ma l'inconscio si ferma alla radice "debol" e già il soggetto si predispone a sentirsi tale.

Lo Zio di Luca

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